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Vocabolario del diabete

Indice dei contenuti:

ALCOLICI

Gli effetti dell'alcool sul nostro organismo sono spesso benefici (p.es. riducendo il rischio cardiovascolare) purché esso venga assunto in quantità moderata.
La risposta e le conseguenze all'assunzione di alcool variano da soggetto a soggetto in dipendenza della quantità ingerita, delle circostanze in cui ciò si è verificato, del controllo metabolico. È stato dimostrato come l'assunzione di alcool induca una consistente riduzione della glicemia ed inibisca il rilascio di glucosio dalle riserve del fegato.
L'assunzione eccessiva di alcool può portare alla diminuizione della vigilanza e quindi a non avvertire le ipoglicemie, inoltre può indurre in errore le persone che ci stanno accanto che potrebbero scambiare l'ipoglicemia per gli effetti di un eccesso.

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ALIMENTAZIONE

L'organismo ha bisogno che siano assunti quotidianamente alimenti in grado di fornire tutti i principi nutritivi, secondo determinate proporzioni che variano in funzione di sesso, costituzione, età e attività svolta.
La persona con diabete, se non è in sovrappeso e se non è in presenza di altri fattori che ne determinano particolari restrizioni, ha bisogno di un'apporto calorico giornaliero identico a quello dei soggetti sani.

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ANZIANI

Il diabete è una malattia molto frequente tra gli anziani: ne soffre circa il 12% degli ultrasessantacinquenni italiani. Sebbene questa patologia sia oggi controllabile, va diagnosticata ed affrontata in tempo e soprattutto non sottovalutata, in quanto, se mal curata, rappresenta un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, per le infezioni, per le malattie oculari, per le malattie nervose, tutte fortemente invalidanti per la vita normale.
Fra i fattori che predispongono al diabete spiccano l'obesità e le abitudini di vita sbagliate. Per questo è fondamentale tanto il mantenere accuratamente sotto controllo il livello di zuccheri nel sangue, la glicemia, quanto il mantenere il proprio peso forma e abitudini di vita sane.

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AUTOCONTROLLO

Quando si parla di diabete, con il termine 'autocontrollo' si intende in senso stretto la misurazione della glicemia effettuata in genere dal paziente con degli appositi strumenti portatili (i lettori o reflettometri). La possibilità di controllare autonomamente il livello di glucosio è considerata il secondo passo più importante nella storia della terapia del diabete, dopo la scoperta dell'insulina.
In senso più ampio autocontrollo indica tutte le azioni e le attenzioni che la persona con il diabete deve avere per mantenere la quantità di glucosio nel sangue nei livelli ideali, questo comprende l'attenzione all'alimentazione, l'esercizio fisico, il controllo della glicemia ed eventualmente terapie con farmaci o l'assunzione di insulina.

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BAMBINI E DIABETE

Spesso, chi non lo conosce, crede che il diabete sia una malattia limitata agli adulti ed agli anziani. Anche se la maggior parte dei diabetici, soprattutto di tipo 2, fanno parte di questa fascia di età, esiste una forma di diabete, il tipo 1, che può esordire anche in età pediatrica ed è caratterizzata dalla necessità di cure e di controlli intensivi.
Nei paesi occidentali si sta inoltre diffondendo una forma di diabete mellito che colpisce i bambini, il MODY, molto simile a quella degli adulti.
Da qui l'importanza di parlare dei bambini e dei problemi che essi e i loro genitori incontrano nella gestione del diabete e dei rapporti col mondo esterno.

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CAMPI SCUOLA

L'esperienza dei campi scuola è nata nel 1925 a Detroit (Stati Uniti) grazie al Dott. Wendt. Nello stesso anno Elizabeth Devine, infermiera della Joslin Clinic comincia la sua esperienza ospitando nella propria casa di vacanza un ragazzo diabetico per insegnargli i rudimenti dell'autocontrollo. Da allora tali esperienze si sono moltiplicate ovunque, sbarcando in Europa, dapprima in Francia nel 1953 con le esperienze di Lestradet e Francois e infine nel 1973 in Italia per iniziativa dei pediatri di Trieste.

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CARBOIDRATI

Una delle tre principali fonti di calorie nell'alimentazione. Si dividono in carboidrati semplici e complessi. I carboidrati semplici, detti zuccheri, si trovano normalmente in frutta, verdura e latticini, nonché in caramelle, miele, zucchero da tavola e sciroppi. I carboidrati complessi, detti amidi, si trovano in pane, cereali, legumi, riso e pasta. Il metabolismo trasforma tutti i carboidrati in glucosio e in glicogeno. L'assunzione di carboidrati provoca un immediato aumento della glicemia. Nel diabete l'insufficienza dell'insulina o la resistenza all'insulina impediscono l'utilizzo degli zuccheri, che si accumulano così nel sangue.

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CELIACHIA

È una patologia cronica indipendente, ma a volte associata al diabete di tipo 1. È caratterizzata dall'intolleranza al glutine, una proteina presente nei cereali (esclusi riso e granoturco) e in vari legumi che danneggia la parete intestinale di chi è affetto da celiachia e impedisce così l'assimilazione dei nutrienti.

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CHETOACIDOSI

È una grave situazione clinica che si verifica quando in mancanza di insulina, l'organismo comincia ad utilizzare massivamente gli acidi grassi per ottenere energia.
La degradazione degli acidi grassi causa un accumulo di prodotti di scarto, detti corpi chetonici, che, se presenti in concentrazione molto elevata, determinano una serie di effetti che portano allo stato di 'coma chetoacidosico'.
La chetoacidosi è un' emergenza clinica tipica del diabetico di tipo 1.

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COMPLICANZE

Va subito detto che allo stato attuale e con le moderne terapie, le complicazioni descritte possono essere sicuramente evitate. Quando ci si imbarca su un aereo o su una nave, ci vengono offerti dei libretti di istruzione su come comportarsi in caso di naufragio o atterraggio di emergenza: non per questo il messaggio da cogliere è che l'aereo o la nave finiranno con lo schiantarsi al suolo od affondare. Leggete quindi queste pagine con serenità, con l'unico scopo di meglio comprendere e conoscere il diabete.

La comparsa delle prime complicanze rappresenta una svolta nel rapporto col proprio diabete. Se il sintomo viene preso per tempo può fermarsi o regredire rinforzando le motivazioni all'autocontrollo del paziente. Insomma non è mai troppo tardi.

La microangiopatia diabetica è un'importante complicanza, che interessa i piccoli vasi di diversi organi come occhio, rene e nervi; si può verificare, a lungo termine, nei soggetti affetti da diabete mellito con controllo non ottimale. La retinopatia diabetica è l'aspetto più conosciuto della microangiopatia diabetica.

La macroangiopatia e l'ipertensione sono due complicanze del diabete che colpiscono il sistema cardiovascolare e possono essere molto pericolose. Vanno quindi tenute sotto controllo con un'alimentazione sana e l'esercizio fisico e, se necessario, con i farmaci opportuni.

La neuropatia è un malfunzionamento delle fibre nervose, il cui compito è quello di trasmettere informazioni, sotto forma di impulsi elettrici, tra il cervello e tutti gli organi e tessuti del corpo. Il buon controllo metabolico e la prevenzione costituiscono gli strumenti più efficaci contro di essa.

La nefropatia è la maggior causa di morbidità e mortalità associata al diabete, specialmente nell'insulinodipendente. La microalbuminuria può aiutare a prevenire i disturbi renali, nonché quelli cardiovascolari.

I piedi sono tra le parti del corpo più vulnerabili per le complicanze diabetiche. La mancata prevenzione e cura del piede diabetico può portare, a lungo andare, alla claudicatio e, nei casi estremi, all'amputazione di parte o dell'intero arto.

La correzione di anormalità biomeccaniche riduce molto il rischio di ulcere del piede diabetico: è quanto emerge dall'incontro annuale dell'American College of Foot and Ankle tenutosi nel 2002.

Il deficit erettile, spesso associato ad ipertensione, rappresenta una complicanza che, quando colpisce, influisce notevolmente sulla qualità della vita del paziente.

Negli ultimi anni sono stati fatti importanti passi avanti nella terapia della disfunzione erettile: ecco una panoramica sulle più attuali cure farmacologiche.

Ma il deficit erettile è una complicanza che spesso nulla a che fare con problemi di ordine fisiologico. Conoscere la sessualità nell'uomo può aiutare a superare questo problema.

La donna, come l'uomo può andare incontro ad alcuni problemi che coinvolgono la sua sfera sessuale: nell'articolo disfunzioni sessuali in donne con diabete di tipo 1 recentemente apparso su Diabetes Care, vengono presentati i risultati di uno studio controllato.

Anche la pelle può essere soggetta a complicanze dovute essenzialmente alle alterazioni del metabolismo del glucosio.

L'esercizio fisico è molto importante per poter mantenere una glicemia ben bilanciata e per diminuire il rischio di complicanze derivanti dal diabete. Alcune informazioni utili in questa pagina.

Questioni di pelle. Il miglioramento dell'autocontrollo e la purezza sempre maggiore delle insuline hanno reso rare le malattie cutanee in passato associate al diabete. Ma molte rimangono prive di terapie specifiche e la loro diagnosi non è sempre facile.

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DCCT

Sigla di Diabetes Control and Complications Trial, un imponente studio (trial) effettuato negli Usa tra il 1983 e il 1993 su 1.400 pazienti insulino-dipendenti. Ha dimostrato che un attento controllo della glicemia riduce le complicanze del diabete di tipo 1, come retinopatia, neuropatia, nefropatia diabetica. I risultati del DCCT sono stati confermati anche per i diabetici non insulino-dipendenti da un altro trial, lo UKPDS, terminato nel 1998.

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DIABETE

Si definisce comunemente 'diabete' un insieme di condizioni assai diverse che hanno solo due punti in comune: la difficoltà di mantenere sotto controllo la quantità di zuccheri nel sangue (glicemia) e la cronicità della condizione. La glicemia è il risultato di un equilibrio (equilibrio glicemico) al quale concorrono: la quantità di carboidrati assunta con l'alimentazione; la quantità di zuccheri prodotta o presente nel fegato e nelle cellule; il consumo di zuccheri richiesto dall'esercizio fisico e l'insulina.
L'insulina è un ormone prodotto nel pancreas che porta nelle cellule lo zucchero presente nel sangue. Nel paziente non diabetico tutti questi elementi interagiscono correttamente assicurando la normoglicemia.
Nelle forme autoimmuni di diabete (Diabete di tipo 1 o MODY per esempio) il problema nasce dalla distruzione delle cellule che producono insulina. Senza insulina lo zucchero si accumula nel sangue e non entra nelle cellule, una situazione che - se non curata - può divenire assai grave. Questa forma di diabete è determinata in parte da fattori genetici e fa parte di una 'costellazione' di malattie autoimmuni (celiachia e tiroidite di Hashimoto per esempio).
Il diabete di tipo 2, assai più frequente, ha una causa completamente diversa. Il decorso è lento (molti anni) e il problema si manifesta dapprima in modo opposto al diabete di tipo 1. Il paziente produce troppa insulina per un fenomeno detto insulinoresistenza. Insieme o a seguito dell'insulinoresistenza si manifesta una ridotta tolleranza al glucosio (in sigla inglese IGT) sotto forma di iperglicemie (eccessi di zuccheri) dopo pranzo.
Queste forme di diabete fanno parte di una 'costellazione' assai diversa di condizioni, l'obesità o il sovrappeso (soprattutto la 'pancetta') un alto livello di trigliceridi o uno sbilancio del colesterolo HDL rispetto all'LDL.

La terapia del diabete di tipo 2 coincide per larga parte con i principi di una vita sana: ridurre il sovrappeso, alimentarsi meglio aumentando fibre e cereali, azzerando i grassi e riducendo le proteine e fare una attività fisica continuativa. In più è consigliato controllare frequentemente la glicemia. Sotto il profilo farmacologico la terapia del diabete di tipo 2 può utilizzare farmaci che migliorano l'effetto dell'insulina o ne favoriscono la produzione. Le persone insulino-dipendenti hanno invece assoluta necessità di periodiche iniezioni di insulina.

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DIABETE DI TIPO 1

Esistono varie forme di diabete, in una di queste, detta Diabete di tipo 1 o DM1, il pancreas non è più in grado di produrre insulina. Il paziente dipende quindi dalle iniezioni di insulina, per questo si parla anche di diabete insulino-dipendente mentre è ormai abbandonata la vecchia definizione di diabete giovanile (anche se in effetti nella gran parte dei casi la malattia appare fra i primi mesi di vita e i 17-18 anni) così come quella di IDDM.

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DIABETE DI TIPO 2

Diabete di tipo 2 o Diabete non insulino-dipendente è di gran lunga la forma più frequente di diabete.
La produzione di insulina è inizialmente normale o superiore al normale, ma ottiene sempre minore effetto (la cosiddetta insulino-resistenza). Lo sforzo di produrre quantità sempre maggiori di insulina finisce per esaurire le cellule Beta. Alla insulino-resistenza fa quindi seguito una progressiva riduzione dell'insulina prodotta. Le persone affette da diabete di tipo 2 devono tenere sotto controllo il peso corporeo e svolgere attività motoria, ed eventualmente assumere farmaci ipoglicemizzanti orali. L'assunzione di insulina si rende invece necessaria soltanto in alcuni casi gravi. Questa patologia, detta un tempo "diabete dell'adulto" o "diabete grasso", colpisce individui sovrappeso di età adulta e la sua frequenza aumenta con l'età. In inglese è citato anche con la sigla NIDDM (Non Insulin-Dependent Diabetes Mellitus) o DM2.

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DIABETE NEL MONDO

Il diabete è una delle patologie più diffuse nel mondo. Nei paesi avanzati, e soprattutto nei paesi che da poco hanno cambiato le loro abitudini alimentari il numero di casi aumenta continuamente. Intenso è lo scambio di informazioni fra i diversi paesi sul tipo di assistenza da offrire alle persone con il diabete. Questa 'diplomazia del diabete' che vede impegnati, su un piede di parità, Sistemi sanitari, Società Scientifiche e Associazioni dei pazienti è iniziata nel 1989 con un convegno a Saint-Vincent in Italia.

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EDUCAZIONE TERAPEUTICA

L'Educazione sanitaria è la chiave di volta nella gestione del Diabete. Il DCCT (Diabetes Control and Complications Trial ) ha chiaramente dimostrato che:

  1. un accurato controllo metabolico riduce le complicanze micro-vascolari
  2. per ottenere un controllo metabolico ottimale è necessaria un'efficace autogestione del diabete
  3. un'efficace autogestione richiede degli alti livelli di educazione sanitaria

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EMOGLOBINA GLICOSILATA

L'emoglobina è una sostanza presente nel sangue che tende in qualche misura a 'glicarsi', cioè a legarsi a molecole di glucosio. Nel test dell'emoglobina glicosilata la percentuale di emoglobina glicata sull'emoglobina totale testimonia la quantità di glucosio che è stata presente nel sangue nei due-tre mesi precedenti al test e permette di valutare l'autocontrollo glicemico messo in atto da un paziente in un certo arco di tempo.

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FUMO

Gli effetti deleteri della nicotina sono ben conosciuti dalla maggior parte delle persone (è ormai riconosciuto che il consumo di tabacco si associa ad una aumentata incidenza di tumori polmonari ed è una delle maggiori cause di malattie cardiovascolari come angina, infarto miocardico, ictus, arteriopatia agli arti inferiori). Ma non tutti i diabetici sanno che per loro il rischio di sviluppare tali condizioni è tre-quattro volte maggiore in quanto vengono a sommarsi ad altri fattori di rischio.
Il diabete e l'arteriosclerosi condividono molti fattori patogenici in quanto l'iperglicemia di per sè induce molte alterazioni che determinano lo sviluppo di lesioni ai vasi sanguigni.

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GENETICA

Il diabete di tipo 1 si manifesta improvvisamente, ma la sua insorgenza è il punto di arrivo di un lungo processo. È quindi possibile in qualche misura prevederlo. Anche per il diabete di tipo 2 si può parlare, impropriamente, di predizione, in quanto è preannunciato dalla insulinoresistenza ed è collegato a fattori di rischio quali l'obesità o il sovrappeso.

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GLUCAGONE

Il glucagone è un ormone prodotto dalle cellule Alfa del pancreas che innalza il livello di zucchero nel sangue in caso di ipoglicemia. Può essere iniettato in caso di grave crisi ipoglicemica.

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GRASSI

I grassi sono una delle tre classi di alimenti che forniscono calorie al corpo. Si dividono in grassi saturi, che a temperatura ambiente si presentano solidi, e sono generalmente di origine animale, come burro, grassi di carne e lardo, che tendono a far crescere il colesterolo, e grassi insaturi (monoinsaturi e polinsaturi), liquidi a temperatura ambiente, che provengono da piante, olio di oliva o di semi, che invece tendono ad abbassare i livelli di colesterolo.

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GRAVIDANZA

In gravidanza, una glicemia elevata, cioè un livello di zucchero nel sangue più ato del normale, può essere responsabile di gravi problemi per il feto. In particolare, una iperglicemia nel primo trimestre rappresenta un fattore di rischio per la comparsa di anomalie congenite, soprattutto a carico del sistema cardiovascolare, del sistema nervoso, dei reni e delle vie urinarie.
Nelle donne diabetiche che hanno operato la prevenzione la percentuale di queste anomalie scende al livello delle donne non diabetiche.
Per questo è importante che le donne che intraprendono una gravidanza mantengano livelli normali di glicemia e, dove possibile, preparino un "assetto metabolico" ottimale ancora prima del concepimento.

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INSULINA

Ormone prodotto dal pancreas e precisamente dalle cellule Beta contenute nelle cosiddette isole di Langerhans. L'insulina permette alle cellule di utilizzare il glucosio contenuto nel sangue, trasformandolo in energia. La causa del diabete è appunto la mancanza di insulina, o la sua insufficiente produzione, o la resistenza all'insulina.
L'insulina che il diabetico non riesce a produrre può essere assunta dall'esterno con delle iniezioni. Esistono in commercio molte insuline diverse per origine (umana, di maiali, di altri animali, prodotta con DNA ricombinante, etc.), per 'potenza', misurata in unità, e per 'velocità' d'azione (ultralenta, lenta, intermedia, e pronta). Un'insulina pronta concentra il suo effetto nelle prime 2 ore dal momento dell'iniezione, una ultralenta può coprire il fabbisogno di 12 ore.

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IPERGLICEMIA

La glicemia, vale a dire la concentrazione di glucosio nel sangue è il valore principale che un paziente diabetico deve controllare. La glicemia si esprime normalmente in mg/dl (milligrammi per decilitro). Si definisce 'iperglicemia' la presenza di una percentuale di glucosio nel sangue superiore al normale. La tendenza all'iperglicemia è il punto in comune fra tutte le varie forme di diabete.
Perchè la glicemia alta è dannosa? Prima di tutto perchè - insieme ad altri fattori - deteriora le pareti interne dei vasi, contribuendo a occluderli. Questo dà luogo a complicanze micorvascolari a danno di occhi, reni ed estremità, e macrovascolari (ictus e infarti). L'iperglicemia danneggia anche il sistema nervoso periferico. Ovviamente occorrono molti anni di continue iperglicemie perchè queste complicanze possano iniziare a manifestarsi.
L'iperglicemia ha un'altra paradossale conseguenza. Il glucosio entra nelle cellule solo grazie all'insulina. Se questa è insufficiente o inefficace, il sangue è troppo ricco di nutrimento, mentre le cellule 'muoiono di fame'. Per raccogliere l'energia necessaria bruciano i grassi contenuti al loro interno. Così facendo producono però dei rifiuti, i chetoni che sono tossici per l'organismo. Una grave e continuativa iperglicemia può portare a gravissime situazioni di scompenso metabolico: le chetoacidosi.

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IPERTENSIONE

Ipertensione: pressione sanguigna alta, costantemente sopra la norma, che di solito è di 140/90 mmHg (rispettivamente massima e minima). Nel diabetico l'ipertensione può compromettere la funzionalità dei reni, e può essere ben prevenuta e affrontata con una terapia di ACE-inibitori.

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IPOGLICEMIA

È la complicazione acuta più frequente nel diabete tipo 1 e sopraggiunge quando i livelli di zucchero nel sangue scendono troppo.
Causa una varietà di segnali e sintomi reversibili caratteristici delle disfunzioni neurologiche, per esempio una temporanea menomazione cognitiva, ed è un importante fattore limitante nei tentativi di raggiungere livelli vicini alla normoglicemia. Se non si interviene in tempi brevi, può degenerare dando luogo a convulsioni, in alcuni casi a perdita di coscienza e coma, e, particolarmente nei bambini piccoli, può causare danni permanenti al Sistema Nervoso Centrale.

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MICROINFUSORE

È un piccolo apparecchio ad alta tecnologia che immette insulina nel corpo in continuazione e a dosi regolabili attraverso un catetere inserito nell'addome e mantiene costante l'insulinemia. Ha dei comandi che consentono di aumentare, se necessario, le dosi di insulina.

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MODY

Il Diabete mellito non insulino-dipendente a esordio giovanile: detto anche MODY (Maturity Onset Diabetes in the Young), pur essendo un diabete di tipo 2 (che abitualmente inizia dopo i 40 anni), colpisce giovani sotto i 30 anni, obesi e con predisposizione genetica. Sviluppa lentamente, e le complicanze appaiono raramente e in età più avanzata. È attribuito a carenza di glucochinasi, enzima del metabolismo del glucosio.

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NEFROPATIA

La nefropatia diabetica è causata dal deterioramento dei 'filtri' che nei reni garantiscono la pulizia del sangue. È un processo che richiede diversi decenni di continuo scompenso glicemico, ragion per cui la complicanza è più comune nei diabetici di tipo 1. La presenza di albumina nel sangue consente di prevedere con moltissimo anticipo l'insorgenza della malattia.

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NEUROPATIA

La Neuropatia è una famiglia di complicanze a carico del sistema nervoso. Le neuropatie diabetiche più comuni sono la neuropatia sensitiva, la neuropatia periferica, la neuropatia autonomica o somatica e la mononeuropatia. La neuropatia sensitiva colpisce i nervi che controllano il tatto, la vista o la percezione del dolore; la neuropatia periferica colpisce le braccia, le gambe e i piedi, con formicolii e dolore; la neuropatia autonomica o somatica o viscerale infine colpisce il sistema nervoso involontario o neurovegetativo (e quindi organi come il cuore, la vescica o l'apparato digerente), con sintomi quali sudorazione, diarrea, tachicardia, ipotensione e impotenza; la mononeuropatia infine colpisce un singolo nervo.

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OBESITÀ

Condizione nella quale una persona ha un indice di massa corporea superiore a 30. L'obesità è chiaramente legata sia all'insorgere del diabete di tipo 2 sia alla frequenza e gravità delle complicanze.

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PIEDE DIABETICO

L'iperglicemia può provocare la chiusura dei vasi capillari alle estremità e la progressiva riduzione nella sensibilità dei piedi. Privi della sensazione del dolore è facile provocarsi piccoli tagli o ulcere e non medicarli subito. I capillari bloccati non riescono a far giungere farmaci o anticorpi. I tessuti si infettano, si deteriorano e possono andare in cancrena. È quindi necessario che il diabetico controlli attentamente l'igiene del piede, e che ricorra al diabetologo qualora noti un taglio che fatica a rimarginarsi o qualsiasi strano segnale.

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PREVENZIONE

La ricerca scientifica più avanzata è impegnata a rispondere alla domanda 'come posso evitare o ritardare l'inizio del diabete?'. Nel caso del diabete di tipo 1 si è ancora in fase iniziale di sperimentazione. Nel caso del diabete di tipo 2, anche se i meccanismi non sono ancora del tutto chiari, è assodato che l'esercizio fisico costante e la riduzione del grasso addominale (la 'pancetta') contribuisce a ritardare e forse a scongiurare l'inizio del diabete. Questa è la cosiddetta prevenzione 'primaria'. La prevenzione 'secondaria', vale a dire le misure necessarie per evitare non tanto il diabete quanto le complicanze, è invece ormai assodata. Tanto più e tanto più a lungo si mantiene la glicemia a livelli normali, tanto meno è probabile l'insorgere delle microangiopatie (piede, occhio, reni). Per ridurre il rischio di macroangiopatie (che danno luogo a infarti e ictus) occorre tenere sotto controllo anche la pressione, il colesterolo e la dislipidemia.

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PUNGIDITO

Le Case produttrici di materiali e sistemi per il monitoraggio del diabete si sono poste il compito di controllare i fattori che possono ostacolare la compliance primo fra tutti, perché negarlo, il dolore.
Il dolore che si prova alla puntura del polpastrello per ottenere la goccia di sangue non è certo insostenibile ma rappresenta, soprattutto nei diabetici appena diagnosticati, un elemento capace di ostacolare la regolarità e la costanza del monitoraggio della glicemia. Il progresso nella tecnologia dei pungidito abbatte anche quest'ultima remora al corretto autocontrollo.

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RETINOPATIA DIABETICA

I capillari della retina, la parte dell'occhio che trasforma la luce in impulsi nervosi, possono essere indeboliti da anni di iperglicemia. Si chiudono, si bloccano, si rompono, rilasciano sostanze grasse e vengono sostituiti da nuovi capillari che crescono 'a gomitolo'. Tutti elementi che contribuiscono a rovinare la retina e perfino a lacerarla, rendendo dapprima offuscata e poi via via quasi impossibile la vista. Per fortuna il processo è controllabile, sia migliorando il compenso glicemico, sia con micro-interventi effettuati con il laser. A patto di farsi controllare spesso.

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RICERCA

La ricerca scientifica è centrale nella cura di patologie come quella del diabete. Ma è anche molto costosa. Sul reperimento di fondi per finanziare questa preziosa attività si concentrano gli sforzi di organizzazioni nazionali ed internazionali come la Telethon, la JDFR e l'ADA.
Tra i maggiori promotori della ricerca vi sono le case farmaceutiche, per quei prodotti che hanno uno sbocco commerciale che giustifichi l'investimento, e gli enti pubblici e governativi (enti di ricerca, università, ospedali) che utilizzano fondi pubblici per finanziare nuovi studi.

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SESSUALITÀ

La sessualità è un argomento che interessa tutti e coinvolge molti aspetti della vita di ogni individuo. Il diabetico, a volte, vive la propria sessualità con timore, sia per motivi psicologici (paura del rifiuto) sia per motivi fisici (spesso il diabete è visto come una minaccia alla propria funzione sessuale).
In realtà la maggior parte di questi dubbi e paure possono essere superati dalla conoscenza del problema e, soprattutto, dal giusto approccio psicologico ed emotivo.

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STRISCE

Grazie alla 'striscia', o per meglio dire grazie al 'sistema' costituito da pungidito, striscia e misuratore, il diabetico può oggi verificare quando desidera il livello degli zuccheri nel sangue, controllando le scelte (di alimentazione, di attività fisica, di terapia) fatte e modificando su questa base, per esempio, la quantità di insulina da iniettare, le attività da svolgere e così via. Riacquisisce insomma il controllo su se stesso.

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TRAPIANTO

Il trapianto di pancreas dovrebbe essere considerato un'accettabile alternativa alla terapia insulinica in quei diabetici con insufficienza renale, che hanno avuto o stanno per avere un trapianto di rene, perché l'aggiunta del pancreas non mette in pericolo la loro vita, ma potrebbe migliorare la sopravvivenza del rene e ripristinare una glicemia normale.
In mancanza di tale presupposto, può essere considerata per i pazienti con frequenti, acute e gravi complicanze metaboliche (ipoglicemia, iperglicemia, chetoacidosi), problemi clinici ed emotivi con la terapia insulinica così gravi da renderlo inabile, e/o insuccesso del controllo metabolico.
Il trapianto di insule pancreatiche presenta numerosi vantaggi rispetto al trapianto di pancreas. Ciò nonostante, al momento, è una procedura sperimentale, che richiede anch'essa un terapia immunosoppressiva, e dovrebbe essere effettuata solo in centri di ricerca controllati.

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VIAGGI

In vacanza e per lavoro, i viaggi rappresentano spesso momenti molto importanti per la nostra vita, che vanno affrontati nella massima serenità e sicurezza. Anche con il diabete, si può affrontare qualsiasi tipo di viaggio, purché ci si prepari in modo adeguato, a seconda della lunghezza del viaggio e del posto dove ci si deve recare.

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ZUCCHERI

I carboidrati (o zuccheri) si distinguono in semplici (per es. saccarosio cioè zucchero da cucina, fruttosio presente nella frutta e nel miele, lattosio presente nel latte) e complessi (per es. amido e fibre presenti in cereali, patate e legumi).
Il consumo eccessivo di cibi ricchi di zuccheri semplici (zucchero, dolci, miele, bibite e bevande zuccherine, ecc) causa elevato apporto calorico e contribuisce al sovrappeso corporeo.
Nella dieta del diabetico, ma anche in quella di ogni persona sana, il consumo degli zuccheri semplici deve essere limitato privilegiando gli zuccheri complessi.

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